Dopo due episodi criticabili da molti punti di vista, ecco un episodio bello ed emozionante. Finalmente qualcuno si è ricordato come si realizza una sceneggiatura di spionaggio e di azione come si deve.
Questo è forse l’episodio migliore della serie. Niente compromessi, niente sospensioni per giustificare la trama, ma un vero e proprio minifilm con tanto di Flash Forward iniziale per tenere lo spettatore incollato per capire cosa sia successo e perchè un’anonima casetta (non quella in Canada), sia stata obiettivo di un attentato suicida da parte di Stacy Dover e per ordine di Hakham.
La sensazione è che dopo l’addio di Ed Bernero dal team degli scneggiatori, la storia ne abbia sofferto parecchio e che ci sia voluto un po’ a rimettere in sesto la macchina. Malgrado l’impegno dei protagonisti, gli episodi sono andati via via trascinandosi piccoli e grandi difetti di scrittura e realizzazione, ma ora sembra che il treno sia tornato in carreggiata.
Marshall, come abbiamo visto nello scorso episodio che trovate recensito qui, è uscito dall’appartamento della Green con la famosissima foto di Fattah, Vera e Tucker. Anche lui vuole conoscere la sua parte di verità, come tutti in questa vicenda, ma la parola verità è una delle cose più difficile da trovare a Washington.
Davvero sulla verità si basa il rapporto della senatrice Green sull’attentato di Kabul? Chiaro che la risposta è no. Tutti hanno le loro bugie, bugie che si incrociano, si scontrano, si alleano. Una girandola di mezze verità che sono il fuoco che alimenta l’attività spionistica e la politica da sempre in tutto il mondo. Bob Burke il capo dei senatori a cui fa riferimento la Green mette un pesante veto sul rapporto, tagliando di fatto la senatrice dalla sua ormai vicina vendetta politica nei confronti della Payton.
Intanto sul fronte chiarimenti, Nick è in volo con Mossari e con sua grande sorpresa ha l’incontro tanto desiderato/temuto con Fattah. Dai fatti che hanno portato alla creazione di Bellorofonte, i due non si erano più incontrati e certamente Nick non era stato esattamente un padrone di casa amorevole, avendolo torturato per giorni e giorni. Normale che Vera si aspetti lo stesso trattamento, ma quello che succederà, sarà spiazzante. Infatti Fattah è ancora Bellerofonte e lavora ancora per lo scopo per cui è stato incaricato: individuare Hakham.
Tucker ha finalmente un colloquio sincero (era ora) con Navarro, il capo della CIA, a cui confessa tutti gli accadimenti degli ultimi tempi inclusa la scoperta che il misterioso autore dei messaggi è uno del suo team, anche se non sa chi possa essere. Navarro, si dimostra una persona leale e sottopone tutti i sospettati alla macchina della verità. La cosa non piace ovviamente a nessuno, ognuno per le proprie personali ragioni. Ma in questo modo, Tucker capisce chi gli ha inviato i messaggi e con grande sorpresa scopriamo essere Kurt Tannen. La foto che compromette Tucker gli è stata consegnata dalla senatrice Green che a sua volta l’ha avuta dal gruppo Krieg che a sua volta l’ha ottenuta da uno dei soldati presenti nella nave degli interrogatori, insomma un giro vizioso che lentamente sta portando l’attenzione di tutti verso il fantomatico e potente gruppo paramilitare.
Navarro si trasferisce per questioni di sicurezza e lì convoca la senatrice Green (che era già incavolata con Burke e quindi non proprio serena) per capire come la connivenza tra lei e il gruppo Krieg siano alla base della destabilizzazione mediatica operata contro la Payton, proprio in un momento nel quale invece la presidente avrebbe bisogno di fiducia e appoggio per risolvere la difficile situazione attentati. Ovviamente la Green si chiude a riccio.
Purtroppo però, la cara Stacy Dover, adorabile biondina, ha già fatto suonare i campanelli della casa dove si è svolto l’incontro Navarro/Green e con soave eleganza si fa leggermente saltare in aria. Navarro è in condizioni critiche, della Green non pensiamo sia rimasto molto e tutto questo diventa un boomerang per la Payton, dopo le dichiarazioni fatte alla stampa nei giorni scorsi.
La puntata si chiude con la cattura delle cellule terroristiche dormienti, ottenute grazie a Fattah che uccidendo Mossari, consegna la lista a Nick e alla CIA.
Il quadro diventa sempre più chiaro. Hakham sta per colpire molto duro nel cuore degli Stati Uniti, gli amici diventano nemici: Kurt Tannen sta per passare con il gruppo Krieg e viene avvicinato di Victor Gantry, Fattah è ancora una cellula attiva della CIA, una risorsa per Charlie e non solo. Non sappiamo se questa sua lealtà sarà eterna oppure ci attende un’altra passata di voltafaccia e tradimenti. Finalmente Hakham ha una faccia (bruttarella tra l’altro) e con molte più certezze di prima ci prepariamo alle scoppiettanti (speriamo) puntate finali.
La puntata è stata perfetta, ottimamente sceneggiata e perfettamente interpretata. Era un episodio chiave per molti aspetti e almeno per questa volta la mia critica torna ad essere positiva. Vediamo se si confermeranno fino alla fine o se verremo delusi ulteriormente.
Passo e chiudo.